"Cosi è … se ci pare!" Ovvero della fortuna e della morte. Nel paese della democrazia.

Repubblica.it di giovedì 26 aprile 2007:

“La burocrazia ha ucciso la fortuna. E’ morto ieri a Syracuse Wayne A. Schenk, 51 anni, l’uomo che in un mese aveva scoperto prima di essere malato di cancro ai polmoni poi a metà gennaio di aver vinto il primo premio della lotteria dello Stato di New York: un milione di dollari. Aveva sperato di potersi curare con quei soldi, ma le regole non hanno fatto eccezioni: la vincita poteva essere pagata soltanto a rate, 34mila dollari ogni dodici mesi per vent’anni. La sua assicurazione da veterano dei marines – Wayne aveva servito in Libano, dove 241 suoi compagni morirono nell’attentato al quartier generale americano di Beirut – gli passava solo le cure base e un ciclo di radioterapia. Ma i medici erano stati chiari, con 125mila dollari subito e 250mila per un secondo ciclo si poteva sperare in un altro anno di vita, forse diciotto mesi, magari in un miracolo. Allora in una corsa contro il tempo aveva cercato di ottenere subito tutto il denaro del premio, poi di fronte ai ripetuti rifiuti era riuscito a convincere il centro per i tumori di Philadelphia ad accettare il tagliando vincente in cambio delle cure, ma anche questo non è stato possibile. Così Wayne ha incassato solo la prima rata, con cui ha pagato debiti e bollette e ha offerto una bevuta a tutti gli amici al bar di Naples, un paese tra i boschi e le vigne a nord di Manhattan. E pensare che la sorte per un attimo lo aveva illuso: le probabilità per un uomo di 51 anni di sviluppare un tumore ai polmoni sono una su cinquemila, le probabilità di vincere il primo premio da un milione di dollari della lotteria dello stato di New York, con un biglietto gratta e vinci da cinque dollari, sono una su 2.646.000. Wayne era stato scelto dal destino tutte e due le volte e questo sembrava un segno.
Ma la malattia non si è fatta commuovere e si è presentata puntuale, portandoselo via dopo soli tre mesi. Wayne che ha sempre vissuto da solo con uno spelacchiato pastore tedesco e ha tirato a campare facendo mille lavoretti precari, prima di morire ha però fatto in tempo a prendersi una piccola rivincita sul suo destino taciturno e solitario. All’inizio di aprile ha sposato Joan DeClerck, la donna che amava da tempo, con cui usciva ma a cui non era mai riuscito a garantire un’esistenza o una famiglia. Ora sarà lei ad ereditare il resto della vincita. E le lotterie dovranno pagare tutto, per altri diciannove anni, fino all’ultima rata.

Che dire, sarà il soggetto di un nuovo film, o, peggio ancora, di un nuovo tv movie, quelli che si vedono su italia 1 alle 15 del sabato pomeriggio, per intenderci.
Ho voluto dare spazio alla notizia perchè leggo la realtà. La realtà quella vera, non quella che ci sembra o che ci piace o che vorremmo fosse vera. La realtà è questa, la massima fortuna va a braccetto con la somma sfortuna, disegnano un quadro dove i veri protagonisti non sanno riconoscere la differenza tra burocrazia ed intelligenza, tra severa rigidità dei ruoli e delle regole (la democrazia da esportare!) e solidarietà, tra la vita (o solo la possibilità di viverla) e la morte. E sempre e comunque siamo noi a chiudere il quadro, l’ultima pennellata, l’ultimo ma fortissimo e coloratissimo tratto rimane di Wayne.
Così è … se ci pare.
f.

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