DOC Aglianico del V. – Don Anselmo – Paternoster 2001

Eccoci davanti ad una bottiglia importante, certamente una delle migliori espressioni di un vitigno del profondo, sottovalutato, schiaffeggiato sud, di una terra splendida quanto non valorizzata come è la Basilicata o la Lucania, come meglio credete; eccoci davanti al Signor Aglianico del Vulture.
Paternoster è ormai una realtà vitivinicola importante ed affermata, ha puntato tutto, da subito e da sempre, sul grande Aglianico, che là, sull’asse Melfi – Rionero trova davvero il suo terreno di elezione, elevazione e straordianaria resa qualitativa.
Il mio esemplare è un formidabile 2001.
Nonostante fama, gloria e un po di studio, ammetto una certa preoccupazione per i 9 annetti che il Don si porta dietro … beh, che bello essere tranquillizzati già all’atto della stappatura!
Giù nel bicchiere e … “quando ingorga gli anfratti si ritira e risale e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell’onda e la lotta si fa scivolosa e profonda“, mai citazione faberiana fu così azzeccata. Un trionfo di consistenza estratta risale sul bicchiere, 9 anni e non sentirli … Anselmo, questa volta, lo deve sapere! Un cupissimo rubino impenetrabile e lucente, unghia che rivela i suoi granati annetti, è un colore che mi emoziona.
Avvicino naso, occhi, guancie e faccia al bicchiere .. ho davvero la voglia di affondare in quella corposità scura, in barba, baffi e capelli ad ogni buona regola del bravo e saccente degustatore.
Che bello. Come vorrei potervi davvero rendere partecipi del solido e robusto godimento che si prova ad ascoltare con il naso questo bicchiere. Complesso? Neanche basta per i primi 3 secondi. Ampio? Riduttivo. Con seri problemi di infinità olfattiva … ecco, questo potrebbe soddisfarmi! 😉
Tutto quello che si può volere da questo forzuto del Vulture, dai suoi passaggi in grandi botti e poi più piccole, dalla sua forte natura tanninica che, in bottiglia, non ha mai smesso, in questi anni, di “sburlare” (uso un gergo localsalsese, perchè rende meglio l’azione dello spingere per farsi largo, ma anche per sopravvivere …), qua lo troviamo: confetture, frutti neri, fiori passiti, spezie in quantità (e qualità) imbarazzanti, minerale ferroso, ….
In bocca è sorprendentemente elegante e fine, quasi netto rispetto al naso. E caldo, saggiamente equilibrato, un po difficile, molto affascinante.
Un vino emozionante.


Voto_8.2

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