AOC Pouilly-Fumè – Pouilly-Fumè – Domaine Alexandre Bain 2009

I cavalli tra i filari, usa i cavalli in vigna“.
La Bottiglia viene presentata con questo racconto che non è solo premessa romantica, ma è sostanza e struttura del vino che produce Alexandre Bain. Sauvignon blanc in tutto lo splendore della denominazione regina della Loira, Pouilly-Fumè. Una vinificazione di concezione semplicemente naturale: dalla vigna (i famosi cavalli) alla bottiglia. Nessun trattamento, nessuna correzione, filtrazioni giammai, solforosa forse e comunque davvero poca.
Il colore è d’oro consumato. Ricco di lacrime, questo giallo terso è uno spettacolo di giochi rilucenti e di insospettabili trasparenze. Il bicchiere è corposo e pesante, un bel viaggiare.
Naso che è fascino e forza. Nasconde, e lo fa bene, la sua identità. “Sauvignon si, ma fino ad un certo punto” sembra sussurrare alle narici. Gli accenti polposi di pomi gialli ci sono, belli nitidi, avvolti in mazzi di fiori verdi, freschi e profumati di buono, ma questa polvere terrosa e alcolica, queste zolle di sasso, sono eccezionali. Opposte, le due famigliuole aromatiche si respingono e si uniscono, creando un equilibrio armonico che incanta, o meglio, ipnotizza, come una Quadriglia agitata e colorata. Bellissimo.
In bocca la freschezza è un’ondata, come quando da piccolo, al mare, cercavi la sfida con la spuma salata ed il vento; vincevano loro, come sempre, e tu ti ritrovavi a desiderare di poter respirare con i piedi. Così è il sorso, freschissimo, pieno e lungo. Il palato, invidioso del naso, si presta volentieri a diventare testimone del misterioso equilibrio tra il velluto della pesca ed un sasso tagliente. Bicchiere difficile da dimenticare.

Voto_9.1

4 pensieri su “AOC Pouilly-Fumè – Pouilly-Fumè – Domaine Alexandre Bain 2009”

  1. Ciao Gabriele, purtroppo non so darti indicazioni su Milano. Posso dirti che io l'ho bevuto alla famigerata Locanda Mariellla, a Fragno di Calestano, paradiso enoico nascosto sull'appennino parmigiano. Alla carta era sui 25-30 eurini. Rapporto qualità prezzo irresistibile.

  2. Se non fosse per l'assenza giustificata del litchi, direi
    che era più gewurztraminer che sauvignon. Comunque l'ho apprezzato tanto anch'io.
    A bottiglia coperta non sarei stato
    in grado di collocarlo.
    Sono pienamente d'accordo con il tuo punteggio, grande bottiglia.
    Per Gabriele, ho trovato su internet, proprio a Milano, un importatore che ha anche un wine bar, magari (?) lo trovi anche a meno. Comunque puoi fare un tentativo.
    Altrimenti non ti resta che andare da Mariella e sentire il racconto appassionato del buon Guido, mentre
    ti scoli la bottiglia.
    Il posto di Milano è
    http://www.sarfati.it/index.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *