Terroirvino 11, ovvero del Vinocentrismo

In tanti e tanto bene hanno parlato già della immaginifica manifestazione organizzata dal sempre meno biondo e alto, ma pur sempre straordinario, Filippo Ronco in quel di Genova.
Io mi limito a portare la mia piccola testimonianza di neofita innamorato del vino e delle persone che hanno fatto di questo prodotto il centro della loro vita non soltanto professionale.
Perchè se ho capito bene, e credo di aver capito bene, il vino sta al centro di tutto. La vigna, la terra, il tempo, i trattamenti, le vendemmie, le temperature, gli strumenti, le botti, il cemento, l’inox, la fenolica, la malolattica, il fermento, l’etichetta, la bottiglia, lo spedizioniere, il mercato, gli amici, la promozione, #Mario, la famiglia … tutto gira intorno a quel bicchiere, bianco rosso rosato che sia, lucente o torbido, #colfòndo o senza, morbido o duro, nord o sud. Poco importa se poi la bottiglia Gaspare Buscemi la vuole chiudere con il sughero perfetto mentre Armin Kobler con il tappo a vite, che m’importa se le degustazioni seriali debbano essere fatte da 10, 100 o 1000 pax, fatico a capire se l’Aglianico del Vulture debba fare legno o solo acciaio per incontrare al meglio i gusti del consumatore medio, il vino comunque rimane il centro di tutto, e come tale può allontanare o far convergere, disgregare o rafforzare.
Intendiamoci, non sto facendo precampagna elettorale per i centristi casinisti (o casiniani, boh?), ne mi permetterei mai di semplificare con buona dose demagogica su tematiche e argomenti validissimi che coinvolgono amici e professionisti del vino, vorrei semplicemente potervi regalare, anche solo per un attimo, il mio sguardo incantato nell’ascoltare gli speech di #vuu, nel condividere una cena con chi ha tutto da insegnarmi o nell’ammirare le millemillesime spiegazioni fornite dai produttori tra i banchetti del lunedì del come_perchè_quando quel vino, quel bicchiere, quel profumo, quella scelta, quella scommessa (sempre vinta).
Terroirvino è questo, è l’incontro forte e potente del vino con chi il vino lo inventa, lo fa, lo vende, lo compra e lo beve.
E anche con chi, come me, appena può, prova a raccontarlo.
Tre Personaggi in cerca d'Autore


5 pensieri su “Terroirvino 11, ovvero del Vinocentrismo”

  1. Peccato, come al solito, non aver potuto condividere con te questa bella esperienza.
    Spero sarà per la prossima volta.
    Nel frattempo, mi accontento dei racconti.

  2. @daniela grazie dani
    @m.grazia che dire, mea culpa, me lo avevi anche chiesto ed io, perso tra mille bottiglie e cento amici, ti ho perso di vista. colpa gravissima, non succederà mai più, è una promessa. appena ci sarà occasione, se non lo conosci già, mi piacerebbe presentarti Alessandro Dettori (Tenute Dettori), una persona che vale la pena di conoscere, sia per le sue idee, sia per i suoi vini.

  3. Fabio,
    sei lucido e, forse, a fronte di tanto sparlare e tanto gossip, riporti l'attenzione sul fulcro delle nostre attenzioni che non sono mirate al mezzo con cui comunicarle e il contorno di umane vicende ma l'oggetto materiale: IL VINO.
    Io, nei miei post, come avrai notato, in reazione a questa sbornia di parole, ho cercato di raccontare cose reali e tangibili e ho cominciato dagli uomini dietro i terroir e, leggendoti, aggiungerei dietro i vini che li interpretano.
    Beviamoci sù e ogni tanto taciamo e ascoltiamo il silenzio.

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