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Terroirvino. Punto.

C’è sempre un’occasione, una festa che aspetti, che sai che comunque vada, tu sarai felice. Per me quel momento è Terroirvino, per ragioni talmente semplici da essere inequivocabilmente splendide: gli amici ed il vino.

Quest’anno poi potrò condividere con un manipolo di incoscienti e coraggiosi qualche idea che mi sono fatto su un vitigno che amo perdutamente, il Vermentino. Cinque storie, cinque bottiglie, cinque interpretazioni, tutte, va senza dire, dell’Isola dove son nato.

Non posso, non voglio desiderare altro. Almeno fino a lunedì.

Igt Colli Savonesi – Granaccia – Valleponci 2008

La storia infinita del tocai (tai) rosso, del cannonau, della grenache, garnacha, granaccia, vernaccia nera … la storia infinita di un vitigno talmente diffuso da cambiare se stesso (ecco una bella sintesi di MariaGrazia). Se è vero che i vitigni internazionali quelli sono, e sfumano in base ai terreni, agli uomini, alle latitudini, quest’uva nera e viola fa il verso a tutti e si mette di traverso. Uguale a se stessa: mai.
Qui si beve, in purezza, la tipologia ligure.
Niente male il colore davvero vivo nel bicchiere, rubinone brillante e senza incertezze, scava geometrie tese ma veloci sul vetro.
Il naso è interessante, tanto verde profumato che non ti aspetti, quasi balsamico, piacevole ma forse non intonatissimo, anche se questo accento di pigna resinosa affascina. Poi il frutto arriva a chiudere con nota dolce e piena la narice balsamizzata.
In bocca è dritto, poco tannino, molto fresco. Il verde ora si mastica, con grande piacere e bevibilità. Tutto sommato un vino dall’equilibrio “scontato” ma, allo stesso tempo, sorprendente, giocato su toni odorosi, angoli tondi e poca frutta. Per niente ruffiano, e questo è un gran pregio.
Voto_7.3