La storia infinita del tocai (tai) rosso, del cannonau, della grenache, garnacha, granaccia, vernaccia nera … la storia infinita di un vitigno talmente diffuso da cambiare se stesso (
ecco una bella sintesi di MariaGrazia). Se è vero che i vitigni internazionali quelli sono, e sfumano in base ai terreni, agli uomini, alle latitudini, quest’uva nera e viola fa il verso a tutti e si mette di traverso. Uguale a se stessa: mai.
Qui si beve, in purezza, la tipologia ligure.
Niente male il colore davvero vivo nel bicchiere, rubinone brillante e senza incertezze, scava geometrie tese ma veloci sul vetro.
Il naso è interessante, tanto verde profumato che non ti aspetti, quasi balsamico, piacevole ma forse non intonatissimo, anche se questo accento di pigna resinosa affascina. Poi il frutto arriva a chiudere con nota dolce e piena la narice balsamizzata.
In bocca è dritto, poco tannino, molto fresco. Il verde ora si mastica, con grande piacere e bevibilità. Tutto sommato un vino dall’equilibrio “scontato” ma, allo stesso tempo, sorprendente, giocato su toni odorosi, angoli tondi e poca frutta. Per niente ruffiano, e questo è un gran pregio.
Voto_7.3