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L’opportunità

Spesso, in questo strano 2007 milanese, mi sono sentito davvero solo.
Non pensiate (mi sto Veltronizzando, mio Dio!!!) che mi riferisca ad una solitudine di GarcistaMarqueziana memoria o peggio ancora, mi consolassi ascoltando per ore e ore “Marco se n’è andato e non ritorna più, il treno delle 7:30 (che poi in realtà sarebbe delle 6.53) senza lui è un cuore di metallo senza l’anima, nel freddo del matino grigio di città”.
Mi sono sentito solamente solo! Sfiduciato! Non compreso! Fuori dai giochi! Un po per la gente, un po per la casa, un po per la lontananza da A., un po per il lavoro, un po per gli aperitivi, molto per la città, insomma …. un po per tutto!
Ma oggi posso orgogliosamente dire che ….. HO UN’OPPORTUNITA’.
Mi mancava questa sensazione di completa fiducia in te stesso, di premio alla testardaggine ed alla coerenza. Mi hanno offerto un lavoro interesantissimo a Piacenza. Ed io l’ho accettato (dopo averlo cercato con tenacia!).
ps: NON DISPREZZARE
Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
Perché quando saranno passati amori e battaglie
Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza
Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota
Il poco, il meno il non abbastanza.
S.Benni

CAOS

La questione è semplice: perché non capisco più nulla? Perché non riesco più a comprendere quello che accade, di volta in volta, attorno a me. Com’è possibile sorprendersi per una gentilezza, per un gesto di cortese attenzione, per una porta tenuta aperta mentre hai le mani impegnate o per un buongiorno da uno sconosciuto o da un compagno di viaggio casuale che scende dal treno nella stazione precedente alla tua. Perché non capisco cosa c’entra con il calcio un proiettile vagante che uccide un uomo addormentato dentro una Renault Scenic Grigia sparato da un poveraccio con la divisa dalla parte opposta dell’autostrada del Sole e che se ripetesse 300 volte lo stesso tiro non prenderebbe nemmeno, dalla stessa distanza, un elefante? Ma il pallone, dov’era? Il poliziotto ci è scivolato sopra? La Lazio che c’entra? Un aquilotto biancoceleste ha deviato il colpo? E l’Inter? Forse la Scenic montava delle Pirelli?? Non capisco, sono smarrito. Ho letto firme molto importanti (Mura, Zucconi, Romagnoli, Severgnini, Serra…) condannare il calcio, anzi, “il mondo del calcio”, che ormai è in mano ai violenti, che ormai è ostaggio degli ultras, che ormai è malato, irrimediabilmente malato, che ormai… Ma cosa mi è successo? Mi sono sempre giudicato una persona attenta, curiosa, vivace e sensibile. Ho avuto sempre una mia opinione (giusta o sbagliata che fosse) sui fatti e le persone, reagivo, pensavo e … pensavo di capire. Ma allora? È l’aria di Milano? Cos’è? Com’è che non capisco più? Stavolta dov’ è il legame tra calcio, calcio + violenza, calcio + violenza + forze dell’ordine, calcio + violenza + forze dell’ordine + sistema malato? Io non capisco cosa ci succede, non capisco che identità abbiamo, quale idea ci è rimasta della vita, dello sport, di quello che accade. Ma siamo tutti sicuri di sapere davvero distinguere il bianco dal nero, il freddo dal caldo, il dolce dall’amaro? Perché tutti mettiamo tutto insieme? Che gusto c’è? Per me è solo caos. E nessuna stella danzante ad illuminarci.