C’è il sole, e poi le nuvole. Giganti e bianche. Galleggiano, in questo cielo che sembra più vicino, un cielo d’Isola.
La pioggia intensa porta via quella sensazione, quella specie di speranza che va trasformandosi in sottile, meravigliosa, malinconica certezza: vivrò sempre sotto il sole, magari mi verranno i solchi sulla faccia chè gli alberi sono bassi e piegati e l’ombra me la concederanno solo le nuvole. Giganti e bianche.
Sorrido.
Solo pochi mesi fa queste divagazioni, questi pensieri sconci, m’avrebbero scosso dal tepore artificioso e padano del mio letto. Paciosamente avrei “girato gallone” e mi sarei riaddormentato, soddisfatto comunque di essermi confuso tra il ricordo ed il sogno di quel cielo e di quella pioggia. Un inganno consapevole.
Invece sono, siamo qui. È passata una stagione e la vita è cambiata.
La vita è semplice.
Cambiare, scegliere, mettersi addosso la voglia di ripartire, di ricominciare. C’è una bellezza facile e potente nel cambiamento, nel re-inizio. Un rilancio, una curva, il sapere dell’esistenza di una strada intuendone soltanto il rettilineo.
C’è tanta bellezza nel cambiamento, c’è bellezza nell’inganno che si svela in realtà, c’è la bellezza delle nuove bruttezze, c’è la bellezza della fatica e delle caviglie gonfie, c’è la bellezza di quello che non conosci e che ti meraviglia, c’è la bellezza di vedere ciò che era come non è più.
Ed è affascinante stupirsi davanti alle reminiscenze spontanee, a parole che hai letto, che hai da sempre sognato di poter scrivere tu ma senza saperne per davvero il motivo: “siediti al sole, abdica e sii re di te stesso” leggevo, annotavo, riscrivevo questo verso di Pessoa con una misurata ossessione, mi piaceva il senso, la cadenza italiota della traduzione, la ritmica dell’inquietudine, la scelta classicistica del vocabolario.
Oggi, dentro a questo cielo, ne ho capito anche il significato, che c’è il sole, e poi le nuvole. Giganti e bianche.