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Doc(g) Morellino di Scansano – Podere 414 – Simone Castelli 2006

Una bottiglia da ricordare quella di Simone Castelli. Il nome, Podere 414, richiama il numero della parcella assegnata dall’ente che, negli anni 60, frammentò i latifondi rimasti ed assegnò alle famiglie coltivatrici i terreni da lavorare.

Castelli lavora bio e questo vino da, immediatamente, la sensazione di essere frutto di un progetto, di un’idea, di un divenire. Sangiovese (soprattutto), Ciliegiolo, Alicante (raccolto tardi dagli alberelli, forse leggermente passito), Colorino e qualcos’altro ancora: un Morellino, ma senza diminutivo. Capiamoci, è un vino complicato in tanti sensi e per tanti versi, sopratutto per tutti quei sensi che non ti aspetti. Fruttone morbidoso, facile legno profumato? No. Spigoli e puzze, tannino intradentale, acidità perforante? No. In realtà la sua forza è la centratezza, l’equilibro soffice ma non morbido. Nulla rotola ma tutto si poggia. Affascina.

Il rubino è intensamente scuro, un colore bello, potente, coraggioso. Il naso è frutta spalmata, per niente dolciastra, una composta di bosco matura e schietta, senza concessioni. Avvincente l’apostrofo di spezie, quasi fosse pepe che non punge, o un’erba secca, profumata ma mai invadente. Poi quel fiore stanco di stare nell’occhiello, odoroso, affascinante, elegantissimo.

La bocca è una carezza profonda, bisogna prestare attenzione a non confondere i volumi, le quantità: la mancanza del diretto destro non vuol certo dire che il jab ai fianchi faccia meno male. Il sorso è lungo, disteso, la potenza alcolica c’è, ma si ammorbidisce nell’acidità soffusa. Un bicchiere difficile dicevo, che vuole essere ascoltato con attenzione, un vino che non vuole apparire e, per questa ragione, lo fa egregiamente. Sornione.

Voto_7.7